Il loop, non bisogna rinunciare alle rivoluzioni portatili

A un certo punto della vita ci si perde, non è quel tipo di metafora, non sto parlando di droghe, sto parlando del loop, è un processo graduale che trasforma la vita da lineare a circolare - cede qualche cosa nel nostro orgoglio, ci si rassegna con gradualità, stabilita una forma la ripetiamo, la ripetiamo e la ripetiamo, come macchine. Rinunciamo a ogni rivoluzione portatile, ovvero a infrangere un'abitudine scientemente, a dirci no, ora cambio, affronto l'ignoto, non parlo di partire per l'Alaska con un biglietto di sola andata (anche se lo consiglio a tutti, anche a me stesso) ma di cose più piccole, almeno per iniziare, cambiare la penna con cui si scrive abitualmente, prenderne un'altra totalmente diversa - anche se ciò sembri inutile. La nostra galera sono le abitudini, alcune capaci di arrivare così in profondità da alterare - forse irrimediabilmente - gli elementi portanti del nostro spirito. Se esiste un limbo è qui, ci siete dentro, ci siamo dentro. Non c'è possibilità di abiura, di fuga. Di evaporazione. C'è, però, qualcosa di eroico in quello che vi sto raccontando. Spesso mi fermo a riflettere, guardando una persona in stazione, al bar, immobile su una panchina nella piazza del mercato; che cosa avrebbe potuto fare, che cosa avrebbe potuto dire, sarebbe potuta essere determinante, almeno, soprattutto, per se stessa? La sento parlare dell'uomo che non riesce a lasciare perché le è entrato nella pelle, del tempo, della tazzina del caffè che andrebbe scaldata con il vapore, di come era bello l'amore, di come le manchi qualcosa, di come le cose non si possano fare, nemmeno disegnare. Stiamo fermi, nostro malgrado, con la mente da qualche parte, in un luogo della memoria, è la nostra prigione mentale. C'è, però, qualcosa di eroico in tutto questo, ciò che ci affascina degli eroi è ciò che avrebbero potuto fare se non fossero stati sconfitti dalla storia, da una malattia, dal bere, da un incidente, dal vizio - da loro stessi... E credo che questo, dopo tutto, valga per ognuno, anche se ce lo dimentichiamo. Pensare a questo mi rende sereno e triste, allo stesso tempo e mi piacerebbe capire come scriverne qualcosa di buono.